di Margherita Furlan
La bandiera del santuario di Mashhad oggi è nera.
Teheran ha appena aperto un’inchiesta sullo schianto dell’elicottero in cui è morto il presidente Ebrahim Raisi insieme al ministro degli Esteri, Hossein Amir Abdollahian, l’ufficiale della sicurezza, Raisi Mehdi Mousavi, il rappresentante della guida suprema iraniana nella provincia dell’Azerbaigian orientale, Mohammad Ali al-Hashem, il governatore della provincia dell’Azerbaigian orientale Malik Rakhmati. Tra le vittime anche un membro delle guardie rivoluzionarie, Ansar al-Mahdi, il pilota, il copilota e il tecnico di nvolo. Il Presidente rientrava dall’inaugurazione dei complessi idroelettrici Khudafarin e Giz Galasi, sul fiume Araz. Si segnava anche l’inizio dell’operatività del ponte di Adhband, importante per il corridoio Nord-Sud, strategico per l’Iran. L’inaugurazione è stata copresieduta dal Presidente azero Ilham Aliyev.
Date le difficoltà del meteo, per individuare i resti dell’elicottero è stato necessario un drone a visione notturna inviato dalla Turchia che, intorno alle 3.20 di mattina, ha rilevato un punto di calore che si è ritenuto essere il luogo di impatto.
La Guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei, ha dichiarato cinque giorni di lutto. Nuove elezioni presidenziali si terranno entro 50 giorni. Raisi ha lavorato per espandere i partenariati commerciali internazionali, in particolare con paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.
Nel luglio 2023, l’Iran è diventato membro permanente dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
Nello stesso anno l’Iran è entrato a far parte dei BRICS.
Diplomaticamente, Raisi ha cercato di promuovere strette relazioni con i paesi vicini, basandosi sulla sua convinzione che la sicurezza interna dell’Iran e la sicurezza regionale siano intrecciate, adottando una politica di “buon vicinato”.
Ha cercato di elevare le relazioni dell’Iran con i paesi dell’Asse della Resistenza e con i movimenti nella regione.
In un messaggio di cordoglio per la scomparsa del presidente iraniano Ebrahim Raisi, il presidente Putin si è rivolto a Sayyed Ali Khamenei, attribuendo lo sviluppo delle relazioni tra Russia e Iran al “presidente eccezionale, che ha dedicato la sua vita al servizio della sua Patria”.
Il messaggio dice inoltre: “Godeva del meritato rispetto dei suoi compatrioti e di un alto prestigio al di fuori del suo paese. Come vero amico della Russia, ha dato un inestimabile contributo personale allo sviluppo delle relazioni di buon vicinato tra i nostri paesi e ha compiuto grandi sforzi per portarli al livello di partenariato strategico.”
Putin ha concluso il suo messaggio augurando “forza al popolo iraniano mentre affronta questa perdita impegnativa e irreparabile”.
Hadi Nasrallah, figlio di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha scritto su X: Se l’Iran troverà la prova che dietro questo “incidente” c’è Israele, allora assisteremo a un drammatico cambiamento geopolitico che illuminerà l’intera regione. Israele sta provocando la Terza Guerra Mondiale con finanziamenti e sostegno occidentali senza compromessi.
Nel frattempo, mentre l’ex sottosegretario al dipartimento di Stato statunitense, Victoria Nuland, è riapparsa in pubblico chiedendo esplicitamente di colpire le basi all’interno della Russia da cui partono gli attacchi contro l’Ucraina, il 7 maggio sono apparse informazioni su un tentativo di omicidio del principe ereditario dell’Arabia Saudita.
Tra il 13 e il 14 maggio ci sono stati avvertimenti su un colpo di stato militare in Turchia contro il presidente Erdogan.
Il 15 maggio il presidente slovacco Fico ha subito un attentato. Il 19 maggio il re dell’Arabia Saudita è entrato in ospedale con una grave infezione polmonare, nel giorno del compleanno dell’ultimo zar russo Nicola II.
La sera del 19 maggio Vladimir Putin ha invitato l’ambasciatore iraniano in Russia, Jalali, al tavolo di una riunione improvvisata quanto determinante.
Presenti: il ministro della Difesa Belousov; il Segretario del Consiglio di Sicurezza Shoigu; il Capo di stato maggiore Gerasimov; il ministro delle Emergenze Kurenkov; l’Assistente speciale del presidente, Levitin.
Il messaggio è chiaro: la Russia copre le spalle all’Iran.
E la Russia sostiene pienamente la stabilità e la continuità del governo iraniano, che del resto è già pienamente garantita dalla costituzione.
Scrive Pepe Escobar:
“Siamo immersi nella modalità Guerra Ibrida calda totale nella gran parte del pianeta.
L’integrazione dell’Eurasia e la spinta verso la multipolarità sono fondamentalmente condotte da tre attori principali:
Russia, Cina e Iran.
Che sembrano essere le tre principali “minacce esistenziali” per il Natostan.
Il nocciolo della questione:
Tre stati-civiltà che danno forma a un nuovo mondo non potrebbero essere più chiari.
Nessuno dei tre permetterà che gli altri partner siano destabilizzati dai soliti sospetti.”
Oggi il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov ha incontrato il ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese, Wang Yi, a margine della riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri della SCO ad Astana.