di Margherita Furlan
La Knesset ha approvato a larga maggioranza – 68 voti favorevoli, 9 contrari – una risoluzione che suggella l’opposizione di Israele all’istituzione dello Stato di Palestina. Già a febbraio l’assemblea aveva approvato un documento simile, ma con un’importante differenza: in quel caso si esprimeva contrarietà alla costituzione di uno Stato in via unilaterale, cioè in assenza di negoziati diretti con le autorità israeliane. Questa volta l’opposizione è totale. Inoltre, non si tratta solo di un’iniziativa del governo di Benyamin Netanyahu. La proposta infatti è stata presentata anche dal partito Nuova Speranza fondato da Gideon Sa’ar, che in passato è uscito dal Likud in polemica con l’attuale primo ministro. La risoluzione è stata inoltre approvata anche da Benny Gantz e da tre parlamentari del suo partito, la più consistente delle forze politiche ostili a Bibi. Persino il partito centrista di Yair Lapid non ha votato contro la mozione, preferendo l’astensione. Gli unici a votare contro sono stati i laburisti, il partito arabo Hadash-Ta’al e il partito islamista Ra’am. La risoluzione ampiamente condivisa giunge a poche ore dalla visita ufficiale di Netanyahu negli Stati Uniti, che manifestanti riunitisi a Tel Aviv chiedono di ritardare fino alla conclusione dell’accordo sugli ostaggi.
Nel frattempo, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito, in una sentenza non vincolante dal punto di vista giuridico, che la presenza continuativa di Israele nei territori palestinesi della Cisgiordania è illegale e che tutte le nuove attività di insediamento devono cessare. La corte ha inoltre stabilito che Israele deve risarcire i danni causati dall’occupazione e ha l’obbligo di porre fine alla propria presenza. In risposta, i ministri dell’estrema destra israeliana, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, hanno chiesto l’annessione di ampie zone della stessa Cisgiordania. «La decisione dell’Aia dimostra per l’ennesima volta che questa è un’organizzazione nettamente antisemita e politica. Non accetteremo prediche morali da parte loro, è giunto il momento per la governance e la sovranità», ha dichiarato il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir. «Il popolo ebraico non è conquistatore nella propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu secondo cui «l’occupazione israeliana in Cisgiordania è illegale». «Nessuna falsa decisione dell’Aja – ha aggiunto – distorcerà questa verità storica, così come non si può contestare la legalità dell’insediamento israeliano in tutti i territori della nostra patria». Dall’altra parte, la presidenza dell’Autorità nazionale palestinese ha accolto «con grande favore» la sentenza, definita «un trionfo della giustizia». L’Anp esorta quindi la comunità internazionale «a costringere Israele, la potenza occupante, a porre fine completamente e immediatamente alla sua occupazione e al suo progetto coloniale, senza condizioni o eccezioni».
Intanto, Il comandante sul campo dell’unità d’élite ‘Radwan’ di Hezbollah, Habib Maatouk, è stato eliminato nel sud del Libano in un attacco aereo di precisione da parte d’Israele.
Maatouk aveva sostituito il comandante Ali Ahmed Hasin, ucciso con un attacco aereo di Israele che aveva colpito la sua auto nell’aprile 2023.
All’inizio di gennaio di quest’anno, l’esercito di Israele ha ammazzato anche il comandante in capo delle stesse forze speciali, Wisam al-Tawil. All’epoca era considerato l’ufficiale di grado più alto di Hezbollah a essere eliminato dopo lo scoppio del conflitto.