di Margherita Furlan
A vent’anni dall’invasione dell’Irak da parte degli Stati Uniti e della NATO, oggi inizia una Nuova Era, che vede Russia e Cina insieme per favorire la pace contro la guerra e la sopraffazione. Mentre Putin e Xi Jinping s’incontrano a Mosca Washington però senza nascondere gli istinti naturalmente prevaricatori non cede e fa sapere di non poter accettare nessuna proposta di un cessate il fuoco. D’altronde se Washington e i suoi alleati volessero la pace non ci sarebbe stato alcun ordine di arresto internazionale verso il presidente della Federazione Russa, potenza nucleare di prim’ordine. E’ l’equilibrio della follia. L’Italia esegue gli ordini e come un cagnolino scodinzolante addestra a Sabaudia e in Sardegna una ventina di militari ucraini ad utilizzare il sistema missilistico Samp-T che l’Italia, insieme alla Francia, si è impegnata a fornire all’Ucraina. L’escalation è questa e procede verso l’alto d’altronde, mentre il resto del mondo fa affari, discute, dialoga, e l’intero continente africano si da appuntamento a Mosca per rinascere in un nuovo mondo. “Oggi, scrive Putin in un articolo pubblicato sul Global Times, le relazioni tra Russia e Cina costituiscono la pietra angolare della stabilità regionale e globale, guidano la crescita economica, e assicurano un’agenda positiva negli affari internazionali. Sono un esempio di cooperazione armoniosa e costruttiva tra grandi potenze”. Ma per ora chi comanda veramente a Washington pensa solo ai presunti nemici, come Donald Trump, ma “se tu stesso non capisci cosa stai facendo, nemmeno il tuo nemico lo capirà”, scriveva Sun Tzu in un grande classico intitolato ‘L’arte della guerra’, libro questo non americano ma cinese. Il futuro quindi potrebbe non essere più determinato a Ovest, ma da chi, con saggezza, nei rapporti umani si ricorda anche del sacro valore dell’amicizia.