di Fabio Belli
“L’Occidente vuole estendere la propria influenza sull’Asia centrale, per isolare la Russia e impedire il suo pieno sviluppo. Si tratta, ovviamente, di un proposito illusorio ma questa è la qualità del personale politico occidentale odierno”, parole del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, secondo il quale gli Stati Uniti potrebbero chiedere alle nazioni della regione Asia-Pacifico di ospitare i loro missili a raggio intermedio e a corto raggio. Lavrov, intervenuto a una tavola rotonda sulla risoluzione della crisi ucraina, ha anche accusato Washington di essersi ritirato nel 2019 dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), a suo dire per avere campo libero di stabilirsi in nuovi spazi.
Il ministro degli Esteri russo, ha poi riferito che gli Stati Uniti hanno già schierato i missili nelle Filippine, paese con il quale sono state svolte massicce esercitazioni militari nel Mar Cinese Meridionale, durante le quali è stato testato il sistema missilistico Mid-Range Capability, in grado di colpire obiettivi a una distanza fino a 1.600 km.
Lavrov, parlando delle radici della crisi ucraina, ha affermato come esse risalirebbero al periodo precedente al crollo dell’Unione Sovietica: “Il Patto di Varsavia è crollato, ma nessuno ha sciolto la NATO”, ha detto il ministro russo che poi ha aggiunto, “la ragione del non scioglimento è stata il desiderio inestirpabile degli Stati Uniti di mantenere l’Alleanza come strumento di controllo sull’Europa”. Tuttavia, secondo Lavrov, “l’era dell’egemonia occidentale volgere al termine e il conflitto in Ucraina sta avvenendo solo perché Washington è terrorizzata di perdere il controllo del potere in tutto il mondo, ma ciò sta diventando compito impossibile”, ha concluso Lavrov.
Non a caso, secondo quanto scrive l’agenzia Asia Times, Washington starebbe valutando lo schieramento di missili da crociera con armi nucleari tramite i sottomarini d’attacco per scoraggiare Cina e Russia. Secondo la pubblicazione, i sottomarini interessati sarebbero quelli classe Virginia e non sarebbe casuale la mossa statunitense di alcuni giorni fa di convocare il vice ammiraglio della Marina, Johnny Wolfe, per discutere sul rafforzamento della deterrenza nucleare contro Cina e Russia.
Inoltre, secondo gli esperti militari statunitensi citati nell’articolo, l’uso di missili da crociera lanciati dal mare con armi nucleari in teatro di guerra potrebbe non essere visto come una “legittimazione” di un attacco di ritorsione contro la patria americana in quanto, a loro dire, renderebbe difficile identificare l’autore dell’attacco.