di Gionata Chatillard
Dopo mesi di polemiche e crescenti tensioni fra Bogotà e Buenos Aires, il Governo colombiano ha perso la pazienza decretando l’espulsione di un gruppo -non meglio precisato- di diplomatici argentini. Non è chiaro se a fare le valige sarà anche l’ambasciatore, mentre sono invece chiarissime le motivazioni della decisione, presa dopo gli ennesimi insulti rivolti dal presidente Javier MIlei al suo omologo Gustavo Petro, definito dal politico libertario come un “assassino terrorista”.
Parole, queste, che hanno innescato una vera e propria crisi diplomatica fra i 2 paesi. Ma non solo, perché il capo di Stato argentino, nella stessa intervista in cui parla di Petro, lancia anche pesanti accuse contro il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, bollandolo come una persona “ignorante”. Insulto a cui il politico di sinistra ha risposto definendo il suo omologo argentino come un “fascista” che “disprezza il popolo”.
I fronti aperti da Buenos Aires, però, non finiscono qui, dal momento che la tensione è alle stelle anche con il Venezuela. Il Governo argentino accusa infatti Caracas di aver deliberatamente tagliato l’alimentazione elettrica alla sua ambasciata a Caracas. Una polemica che non fa che gettare altra benzina sul fuoco su un rapporto già fortemente compromesso, come dimostra la recente decisione del Venezuela di chiudere il proprio spazio aereo agli aerei argentini, che non sono più i benvenuti a Caracas, così come Milei non è più il benvenuto a Città del Messico e Bogotà.