di Fabio Belli
Il New York Times ha ridimensionato i piani guerrafondai dei leader della NATO proclamati in occasione del vertice di Washington. Secondo il quotidiano, infatti, nonostante l’ingente quantitativo di aiuti militari previsto entro fine anno, Kiev non effettuerà nessuna controffensiva entro il 2024.
Secondo funzionari dell’Alleanza citati dal New York Times, ci vorranno mesi e anni prima che le armi vengano consegnate, considerando che alcune di esse devono ancora essere prodotte.
Un passo indietro sarebbe giunto anche da Stati Uniti e Gran Bretagna. Il presidente Joe Biden, in un momento di lucidità, avrebbe affermato di ritenere inutile permettere all’Ucraina di colpire in profondità la Russia. Sulla stessa sintonia anche il Ministero della Difesa britannico che ha smentito le parole di Zelenskyj secondo cui Londra avrebbe consentito all’Ucraina l’utilizzo di missili Storm Shadow per attacchi sul territorio russo.
Tuttavia, a fronte della non prontezza delle truppe ucraine, ci pensa l’Europa a scendere in prima linea. Secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Bild, la Bundeswehr avrebbe sviluppato un piano segreto per stabilire la linea di condotta delle autorità militari e civili nel caso in cui le truppe della NATO dovessero essere trasferite sul fronte orientale dell’alleanza.
L’esercito tedesco starebbe verificando l’idoneità delle principali arterie di trasporto del paese. Lo scenario prevede che entro 3-6 mesi, 800 mila soldati, mezzi e attrezzature vengano trasferiti dai porti del Mare del Nord nei Paesi Bassi, in Belgio e in Germania verso est.
Al contempo, la Turchia ha fatto richiesta di adesione alla SCO: l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Alla notizia ha replicato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui l’intenzione di Ankara è nota, ma vi sarebbero contraddizioni legate alla posizione della Turchia come membro della NATO che dovranno essere discusse.
Peskov, riguardo al dispiegamento dei missili occidentali a lungo raggio ha detto che essi stanno già colpendo il territorio russo. “Non dimentichiamo che Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya sono tutti territori russi. Quanto all’aumento della distanza, si tratta di una pura provocazione, una nuova, pericolosissima escalation di tensione”, ha concluso il portavoce.
Mosca ha inoltre respinto una risoluzione che chiedeva il ritorno della centrale nucleare di Zaporozhye sotto il controllo di Kiev. accusando la controparte ucraina di lanciare attacchi che mettono spesso a repentaglio la sicurezza dell’impianto. Intervenendo a una riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il vice rappresentante della Russia, Dmitry Polyansky, ha mostrato un drone ucraino che avrebbe colpito l’impianto all’inizio di quest’anno. “Se Kiev fosse veramente interessata a garantire la sicurezza nucleare, non porterebbe regolarmente attacchi sconsiderati alla centrale nucleare di Zaporozhye… Questa è l’unica vera minaccia alle strutture nucleari in Ucraina che esiste oggi”, ha affermato Polyansky.
Il presidente russo, Vladimir Putin, in un incontro con il governatore della regione, Yevgeny Balitsky, ha definito un grosso errore il fatto che l’Occidente non presti attenzione agli attacchi di Kiev alla centrale nucleare. Non a caso, oggi le forze di difesa aerea russe hanno respinto un nuovo attacco nella regione vicino alla città di Tomak. Lo ha annunciato su Telegram il deputato russo Vladimir Rogov.
La portavoce degli Esteri Maria Zakharova ha inoltre dichiarato che Kiev, oltre agli attacchi alla centrale, starebbe preparando un’altro tipo di provocazione contro Mosca, che potrebbe consistere nella distruzione delle dighe della centrale idroelettrica della capitale ucraina e del bacino idrico di Kanev. La portavoce ha anche commentato il cosiddetto “processo irreversibile” di adesione dell’Ucraina alla NATO.
“Francamente, non so come sia questo percorso irreversibile verso l’Alleanza, ma immagino che l’unica associazione che viene in mente sia “il percorso sull’orlo di un dirupo”, ha concluso la Zakharova.