di Gionata Chatillard
Un “sostegno totale” contro le “ingerenze” degli Stati Uniti. Questo è ciò che Nikolai Patrushev ha promesso agli alleati di Mosca in Latinoamerica, dove il segretario del Consiglio di Sicurezza russo sta guidando in questi giorni una missione diplomatica di alto livello.
La prima tappa del viaggio -a cui hanno preso parte non solo membri del Governo, ma anche funzionari dei servizi segreti- è stata l’isola di Cuba. A L’Avana, Patrushev ha incontrato Raúl Castro in un contesto particolarmente delicato per il paese latinoamericano. Oltre a essere alle prese con una crisi alimentare che proprio in questi giorni ha costretto le autorità a chiedere aiuto alle Nazioni Unite, il Governo cubano si è anche visto costretto ad aumentare il prezzo della benzina del 500% a partire da oggi, 1º marzo. Una situazione che più che mai impone a L’Avana la ricerca di sponde esterne che possano investire nell’isola per risollevare un’economia che, al contrario di quella russa, è uscita con le ossa rotte da decenni e decenni di embargo da parte degli Stati Uniti.
Ed è proprio di sanzioni che Patrushev ha parlato nella seconda tappa del suo viaggio. A Managua, il segretario del Consiglio di Sicurezza russo ha infatti puntato il dito contro le “ingerenze” di Washington. Un fenomeno, ha ricordato, che i paesi latinoamericani conoscono fin troppo bene. Proprio per questo, Patrushev -considerato da molti come il braccio destro di Vladimir Putin- ha voluto sottolineare l’impegno di Mosca nel sostenere le vittime dei diktat statunitensi. “Per noi è importante che sempre più paesi portino avanti politiche indipendenti”, ha spiegato l’alto funzionario russo, affermando che il Cremlino continuerà a lavorare per impedire che la Casa Bianca possa condurre campagne volte a “screditare autorità legittime”, “intimidire popolazioni” e “destabilizzare economie” con l’obiettivo di instaurare governi fantoccio che possano essere facilmente teleguidati da Washington.
Patrushev ha quindi sottolineato che la Russia, a differenza delle potenze occidentali, “non ha mai cercato di colonizzare altri paesi”. Ciò che Mosca intende fare, ha poi aggiunto, è “collaborare per costruire un ordine mondiale multipolare, proteggere le norme del diritto internazionale, combattere le sanzioni unilaterali e rafforzare l’autorità delle Nazioni Unite”. Ed è proprio in quest’ultimo campo, quello dei forum internazionali, che Patrushev ha chiesto agli alleati un maggior coordinamento. Un ovvio riferimento alle risoluzioni dell’ONU di condanna verso l’invasione dell’Ucraina, di fronte alle quali avevano deciso di astenersi sia Cuba che il Venezuela. Paese, questo, dove il braccio destro di Putin dovrebbe fare tappa in questi giorni dopo aver prima visitato la Bolivia.