di Gionata Chatillard
Dopo aver impegnato la NATO sul fronte ucraino, le potenze angloamericane sembrano adesso voler puntellare quanto prima il quadrante del Pacifico attraverso l’espansione dell’AUKUS, alleanza nata meno di 3 anni fa e di cui hanno finora fatto parte Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Giappone e Canada potrebbero però aggiungersi alla lista già alla fine di quest’anno, andando così a ingrossare le fila di un partenariato strategico che ha tra i suoi obiettivi principali quello di contenere la Cina.
Ad assicurarlo sono fonti diplomatiche citate da Politico, riferendo di un’ampia collaborazione nel campo della tecnologia militare. Una collaborazione che, secondo questa testata, dovrà essere messa in piedi al più presto per evitare che una possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre possa rompere le uova nel paniere ai progetti dell’Amministrazione Biden. Ipotesi, questa, non del tutto comprensibile tenendo in conto che, durante il suo mandato alla Casa Bianca, il magnate newyorkese si era dimostrato tutt’altro che tenero nei confronti di Pechino.
Ciò che l’establishment a stelle e strisce sembra temere di più è dunque il presunto isolazionismo di Trump, reputato come un grande “rischio” per gli obiettivi statunitensi nell’Indo-Pacifico. L’altro rischio, per Washington, è però quello di fare il passo più lungo della gamba, dal momento che il Pentagono sembra già non essere in grado di tenere fede alle promesse fatte all’Australia proprio attraverso l’AUKUS. La scorsa settimana, Canberra ha infatti espresso preoccupazione riguardo al fatto che i sottomarini nucleari promessi da Washington potrebbero anche non arrivare.
Forse anche per questo, il Governo australiano ha firmato oggi un nuovo accordo di Difesa con il Regno Unito. Il patto apre le porte alla condivisione d’Intelligence militare e alla possibilità che le truppe britanniche possano recarsi senza troppi problemi nell’ex colonia per portare armi e addestrare soldati. Il tutto, in vista di un conflitto con la Cina che le potenze anglosassoni non danno alcun segno di voler evitare.