di Margherita Furlan
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato che la dichiarazione di ieri di Putin sul possibile uso in Russia di missili di fabbricazione occidentale da parte delle forze ucraine «è estremamente chiara, inequivocabile e non consente doppie letture». «Non abbiamo dubbi che questa dichiarazione abbia raggiunto i suoi destinatari», ha aggiunto Peskov. Putin ha dichiarato che se i Paesi NATO daranno all’Ucraina il permesso di lanciare missili a lunga gittata in
territorio russo, questo significherà che «combattono con la Russia» e che Mosca, in conseguenza, prenderà «decisioni appropriate».
Peskov ha inoltre dichiarato che non si parla di un’interruzione delle relazioni diplomatiche tra Russia e Gran Bretagna. Mosca ha infatti annunciato di aver ritirato l’accreditamento a sei diplomatici del Regno Unito accusandoli di «spionaggio». Londra ha definito le accuse «del tutto infondate».
«L’Italia non ha autorizzato l’uso di materiale militare italiano fuori dall’Ucraina». Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo ad una domanda sul possibile ok da parte dei Paesi occidentali all’uso da parte di Kiev di missili a lungo raggio contro il territorio russo. «Non siamo in guerra con la Russia, ma difendiamo il diritto dell’Ucraina ad essere indipendente. Per questo siamo senza se e senza ma dalla parte di Kiev», ha aggiunto Tajani, che ha precisato: «Abbiamo fatto convocare l’ambasciatore russo a Roma perchè siamo rimasti molto sorpresi dalla decisione d’inserire tra i ricercati due giornalisti italiani. Non c’era alcun intento ostile nei confronti della Federazione russa. E sinceramente abbiamo il dovere di tutelare i nostri giornalisti e la loro sicurezza».
Da Washington la Casa Bianca «non si aspetta» un annuncio oggi relativamente all’utilizzo di armi a lungo raggio in territorio russo da parte dell’Ucraina, in occasione della visita a Washington del premier britannico, Keir Starmer, che si era già detto favorevole all’utilizzo da parte di Kiev degli Storm Shadow inviati da Londra. Nei giorni scorsi, diverse indiscrezioni di stampa hanno riferito che il presidente Joe Biden si starebbe preparando a dare il via libera all’Ucraina per utilizzare armi a lungo raggio per colpire obiettivi militari in territorio russo.
Zelensky intanto ha affermato che il prossimo vertice globale sulla pace è previsto per novembre 2024 e che la Russia sarà invitata.
Il ministero della Difesa russo ha invece annunciato che nell’ambito dell’esercitazione Ocean-2024, le forze della Flotta del Nord hanno lanciato missili da crociera contro bersagli che simulavano «navi ad alta velocità di un finto nemico nel Mare di Barents». Il dicastero afferma che «il tiro è stato effettuato con missili da crociera antinave Vulcan e Onyx a una distanza rispettivamente di oltre 200 e circa 180 chilometri» e sostiene che «tutti gli obiettivi» siano stati «colpiti con successo».
Alla riunione dei rappresentanti dei BRICS a San Pietroburgo, Vladimir Putin ha dichiarato che 34 Paesi nel mondo hanno espresso il desiderio di entrare a far parte dell’organizzazione intergovernativa, composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e poi allargata a Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti. Putin ha quindi proposto al premier indiano Narendra Modi un incontro bilaterale a margine del prossimo summit di ottobre.
Presente anche Wang Yi, ministro degli Esteri cinese. “I BRICS dovrebbero dare l’esempio praticando la coesistenza pacifica, rafforzando la solidarietà e il coordinamento e sostenendo l’indipendenza nazionale, assumendo così la guida nella costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”, ha sottolineato l’alto diplomatico cinese, che ha posto la promozione di un vero multilateralismo, affermando che i BRICS dovrebbero sostenere il rispetto degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite e dovrebbero farsi promotori di soluzioni politiche negoziate alle crisi internazionali.
Washington così sembra rispondere dallo United States Strategic Command: i B52H attualmente integrati nella Nato sono sempre pronti a fornire la massima garanzia di operatività e a proteggere i propri alleati nel mondo.