di Fabio Belli
Dopo che gli alti comandanti della NATO avevano rilanciato la minaccia di una guerra totale con la Russia nel prossimo futuro, i paesi baltici corrono ai ripari. Lituania, Lettonia ed Estonia realizzeranno un progetto di difesa comune contro la presunta minaccia russa.
L’intesa per la cosiddetta “linea baltica” è stata firmata nella capitale lettone Riga dai tre ministri della Difesa dei paesi interessati che costruiranno, lungo i confini con la Russia e la Bielorussia, installazioni difensive anti-mobilità con funzioni di deterrenza e, se necessario, di difesa contro minacce militari.
Gli esponenti dei tre paesi baltici, membri della Nato, parte dell’Unione europea e confinanti con la Russia (Lituania e Lettonia anche con la Bielorussia), sostengono che il conflitto russo ucraino ha dimostrato che, oltre alle apparecchiature, alle munizioni e alle risorse umane, sono necessarie anche installazioni difensive fisiche al confine, pertanto la linea baltica servirà, a loro dire, per difendere il fianco orientale della Nato e negare la libertà di movimento ai nemici.
Il progetto prevede in prevalenza la costruzione di centinaia di bunker ai confini. Il capo del dipartimento operativo dello stato maggiore estone, Tarmo Kundla, ha affermato che l’esperienza ucraina dimostrerebbe la necessità di costruire rifugi in cemento e installarli tempestivamente, piuttosto che crearli con terra e tronchi in una situazione di guerra.
I costi stimati per la predisposizione della struttura solo in Estonia si aggirano a 60 milioni di euro e il primo bunker dei 600 previsti sarà completato già entro l’anno.