di Margherita Furlan
Oggi, mercoledì 22 marzo, mentre si chiude la storica visita di Xi Jinping a Mosca, viene inaugurata la prima base militare permanente degli Stati Uniti in Polonia, l’ottava in Europa, la prima in un Paese del fianco Est della NATO. Chiamata Camp Kosciuszko, dal nome di un ufficiale polacco che combatté nella guerra d’indipendenza americana, la base si trova vicino Poznan.
Il suo compito sarà fornire un’infrastruttura di supporto a tutti i soldati americani presenti in Polonia. La guarnigione permanente, la cui creazione è stata annunciata dalla Casa Bianca lo scorso giugno, fungerà da quartier generale del V° Corpo dell’esercito USA che opera in Polonia dal 2020. Al momento 11mila sono i soldati americani dispiegati in Polonia, che ruotano su base regolare nelle diverse basi, secondo i dati forniti dal Pentagono. Per l’ambasciatore degli Stati Uniti a Varsavia, Mark Brzezinski – figlio del defunto politologo e stratega Zbigniew Brzezinski –, l’inaugurazione della base è segno di unità della NATO «contro l’aggressione russa». In Polonia oggi è arrivato anche a sorpresa il principe William, quasi a voler dimostrare forzatamente che un vecchio impero coloniale ancora esiste, almeno sulle vecchie carte ufficiali, intrise di naftalina e acari. Il principe ha incontrato le truppe britanniche e polacche di stanza vicino al confine con l’Ucraina. William ha lodato la «cooperazione a sostegno del popolo ucraino e della sua libertà» delle truppe. Il principe di Galles ha incontrato, nell’occasione, il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak e ha visto un’esposizione di equipaggiamento militare.
A Mosca però fa ancora rumore la notizia per cui il Regno Unito sarebbe pronto a inviare munizioni all’uranio impoverito. La portavoce del dicastero degli Esteri, Maria Zakharova, ha parlato di volontà di creare un altro «scenario jugoslavo. Questi proiettili, ha affermato la Zakharova, non solo uccidono, ma infettano l’ambiente e causano malattie oncologiche. In Jugoslavia, ha ricordato la portavoce degli Esteri russo, i soldati della Nato – in particolare gli italiani – furono i primi ad avere problemi di salute. Hanno cercato a lungo di ottenere un risarcimento dalla NATO, ma i loro reclami sono stati respinti». E probabilmente la Zakharova non cita a caso l’Italia, Paese il cui popolo è da sempre vicino alla Russia per motivi culturali, politici e storici, motivi che però gli ultimi due governi sembrano avere improvvisamente dimenticato.
Londra cerca comunque di minimizzare il clamore suscitato accusando la Russia di spacciare deliberatamente false informazioni sulla “componente nucleare” delle munizioni e lo fa nel peggiore dei modi: «L’esercito britannico ha utilizzato per decenni l’uranio impoverito nei suoi proiettili perforanti, si legge in una nota ufficiale. L’uranio impoverito è una componente standard e non ha nulla a che fare con armi o capacità nucleari». Nessuno nega però che di escalation si tratti. Intanto Xi Jinping ha concluso la visita a Mosca con una certezza: il mondo multipolare è già iniziato.