Quando gli africani non obbediscono agli ordini
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Stando ai dati dell’Oms il siero maggiormente esportato in Africa è Astrazeneca ma la popolazione sembra rifiutare di assumere il preparato. I problemi sono iniziati quando in Burundi e in Tanzania dove entrambi i presidenti, successivamente deceduti per improvviso arresto cardiaco, si sono dichiarati contrari a partecipare alla campagna vaccinale. Negli ultimi giorni di vita Pierre Nkurunziza, allora Presidente del Burundi, aveva dichiarato l’Oms “organizzazione non gradita” nel paese. Il capo di stato della Tanzania aveva invece riferito alla stampa e alla popolazione di volersi affidare alla preghiera e alle cure con le erbe. Nel frattempo, venerdì scorso, 30 aprile, il governo del Malawi ha fatto sapere che dovrà mandare al macero oltre 16.000 delle 102mila dosi di siero Astrazeneca perché ormai vicine alla scadenza. Il Sud Sudan si è unito all’appello del Malawi affermando che la campagna immunitaria non riesce a decollare, così come in Sierra Leone, dove il ministro della Sanità, Austin Demby, ha appena dichiarato che almeno un terzo delle 96mila dosi di siero ricevute non potranno essere utilizzate perché vicine alla scadenza. A completare il quadro c’è l’accusa di frode che pende sulla testa del ministro ugandese della Sanità, Jane Ruth Aceng Ocero, che parrebbe avere simulato la propria vaccinazione ai teleschermi della TV nazionale. È notizia delle ultime ore che il dr Stephen Karanja, già coordinatore dell’Associazione cattolica di medici kenioti, è improvvisamente deceduto a causa dell’infezione dopo aver raccomandato alla popolazione di non sottoporsi alla vaccinazione ma di guardare, piuttosto, alle terapie come l’idrossiclorochina e l’ivermectina. “Questi farmaci sono risultati funzionali per la cura del virus”, aveva dichiarato a Marzo il medico. Secondo i dati dell’Oms soltanto il 2% del miliardo e 300 milioni di cittadini africani avrebbero fin qui ricevuto il siero. L’Agenzia di stampa internazionale AP riporta invece la stima di decessi che in Africa si aggirerebbe intorno ai 120mila casi su un numero di infezioni che oscillerebbe fra i 4 e 5 milioni. Numeri comunque difficilmente verificabili in paesi del terzo e quarto mondo, dove la maggior parte della popolazione non nutre fiducia nelle istituzioni, anzi nemmeno ne conosce l’esistenza.
☀️ A cura di Margherita Furlan
☀️ Con la collaborazione di Fabio Frabetti, Jeff Hoffman, Gianmarco Maotini, Fabio Belli, Gionata Chatillard
☀️ Editing di Mattia Di Nunzio
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