di Elisa Angelone
A due mesi dal vertice di San Pietroburgo, le interazioni tra Russia e Africa si intensificano. Dopo aver firmato, lo scorso 26 maggio, un memorandum sulle consultazioni e la cooperazione internazionale con la Somalia, oggi, 29 maggio, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è arrivato a Nairobi, in Kenya, per colloqui con l’omologo Alfred Mutua. Si tratta del quarto viaggio del capo della diplomazia russa nel continente africano dall’inizio dell’anno.
Secondo quanto riferito dallo stesso ministero, i colloqui si sono concentrati sulla cooperazione bilaterale a livello di commercio, investimenti, economia, agricoltura e tecnologia, ma anche su questioni culturali e umanitarie, nonché sulla cooperazione all’interno delle Nazioni Unite. A Nairobi Lavrov è stato ricevuto anche dal presidente kenyota William Ruto. Ruto e Lavrov avrebbero concordato sulla necessità di riformare il Consiglio di sicurezza dell’ONU per “renderlo più rappresentativo e conforme alle esigenze del momento”.
“Sebbene il Kenya sia uno dei maggiori partner commerciali della Russia in Africa, il pieno potenziale della cooperazione economica rimane inesplorato, da cui la necessità di individuare modi per migliorare il commercio tra i due Paesi”, ha scritto su Twitter lo speaker dell’Assemblea nazionale del Kenya. Mentre Nairobi è in attesa di ricevere un carico di 30.000 tonnellate di fertilizzanti russi, Mosca ha nuovamente messo in dubbio il funzionamento del famoso accordo sul grano. La delegazione russa avrebbe fornito al presidente kenyota una relazione dettagliata sulla situazione in Ucraina. “Ora Nairobi è a conoscenza di quanto sta accadendo” ha affermato Lavrov in conferenza stampa. E probabilmente non solo Nairobi.
Il quotidiano russo Izvestia ha pubblicato oggi un’intervista all’ambasciatore della Repubblica Centrafricana a Mosca, Leon Dodonu. Non nascondendo il risentimento nei confronti della Francia, che l’anno scorso ha posto fine alla propria missione militare nel Paese, Dodonu ha dichiarato che la Repubblica Centrafricana ora ha bisogno di una base militare russa con 5-10mila soldati. Un desiderio, questo, espresso direttamente al ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu. “Il nostro Paese è stato il primo in Africa a resistere alla presenza francese”, ha dichiarato l’ambasciatore africano sottolineando il ruolo dei militari russi nel rafforzamento dell’esercito nazionale. Dalle parole del diplomatico emerge chiaramente come la Repubblica Centrafricana conti in particolare sulla cooperazione tecnico-militare con la Russia per far fronte ai problemi di sicurezza in aumento, oggi, a causa dei disordini nel vicino Sudan e delle ondate di profughi in arrivo. Bangui è consapevole che la vicinanza a Mosca e alle truppe della Wagner suscita non poca irritazione in Occidente, “ma questo non è un problema nostro, noi siamo interessati a cooperare con la Russia”, ha messo in chiaro Dodonu. La collaborazione tra i due paesi non si limita al settore militare, ma si estende anche al commercio e alle infrastrutture.
Nonostante le pressioni dell’Occidente, l’influenza russa in Africa appare inarrestabile.