di Jeff Hoffman
La Svizzera intende aprire le porte alle esercitazioni militari della cosiddetta Alleanza atlantica allo scopo dichiarato di “sviluppare l’interoperabilità” tra esercito elvetico e NATO, rafforzando il ruolo e la collaborazione di Ginevra anche nel campo dell’innovazione cibernetica.
In un faccia a faccia tenutosi a Bruxelles la scorsa settimana, il ministro della Difesa elvetico, dimenticando la decennale neutralità svizzera, ha aperto le porte a esercitazioni militari congiunte. Nel commentare l’incontro con Jens Stoltenberg, Segretario generale della NATO, la ministra elvetica si è lasciata sfuggire che, in effetti, lo status di neutralità della Svizzera rappresenta un problema nei rapporti con l’Alleanza.
A peggiorare le cose, al contempo, la NATO ha gentilmente richiesto al paese alpino di rimuovere il divieto di riesportazione delle armi acquisite all’estero, armi che, secondo le attuali leggi, la Svizzera non può cedere a paesi terzi.
“Naturalmente, chiediamo a tutti i nostri partner, compresa la Svizzera, di consentire almeno la riesportazione di armi e munizioni in Ucraina”, ha dichiarato Stoltenberg all’emittente televisiva eSaReF.
A rendere tutto più chiaro ci ha pensato il capo delle forze armate svizzere, Thomas Sussli, che rispondendo ai giornalisti di SRF ha spiegato che il suo paese intende partecipare alle esercitazioni della NATO in base al principio “un attacco è un attacco a tutti” stabilito nell’articolo 5 della carta dell’Alleanza.
A febbraio le autorità elvetiche avevano già fatto sapere che l’esercito svizzero, insieme ai soldati della NATO, nel 2023 avrebbe preso parte a dieci esercitazioni fuori dai confini nazionali. In agenda, per ora, gli impegni assunti dall’esercito svizzero riguardano le esercitazioni Tiger Meet 2023, Adriatic strike, Arctic challenge 2023, Argonaut e AIR RAID 2023.
Il generale elvetico ha precisato che, oltre alle forze aeree svizzere e alle forze speciali, anche le unità militari di terra potrebbero prendere parte ai prossimi appuntamenti.
L’agenda di guerra di Washington non prevede neutralità ma, specificano sui grandi giornali, la colpa è della Russia di Vladimir Putin.