di Jeff Hoffman
L’Eni potrà andare alla ricerca del gas nel mare di Gaza. Il colosso energetico italiano è infatti una delle società a cui sono state assegnate licenze per esplorare e scoprire ulteriori giacimenti offshore di gas naturale. “Le aziende vincitrici si sono impegnate a effettuare investimenti senza precedenti” ha affermato il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz.
Per essere più precisi il ministero israeliano ha fatto sapere che un gruppo comprendente ENI, Dana Petroleum e Ratio Petroleum esplorerà un’area a ovest del giacimento Leviathan, che rifornisce Israele di gas e viene utilizzato anche per l’esportazione. Un altro gruppo, composto da BP Socar e NewMed, esplorerà a nord del Leviathan..
D’altronde, non è mai stato un segreto che Washington spinga in ogni modo per l’integrazione energetica fra alcuni paesi del Mediterraneo e Israele.
Per esempio, all’inizio del 2022 la Casa Bianca si era espressa a favore degli interconnettori elettrici EuroAfrica (tra Grecia, Cipro ed Egitto) ed EuroAsia (tra Grecia, Cipro e Israele).
A 600 metri di profondità nelle acque territoriali palestinesi, d’altro canto, è ubicato un giacimento di gas naturale denominato Gaza Marine, stimato in 30 miliardi di metri cubi per un valore di diversi miliardi di dollari.
E la nave della guerra va.