di Jeff Hoffman
La sigla di identificazione è ASAP, “Act in support of ammunition production”, la proposta è stata presentata ieri, 3 maggio, dal Commissario per il Mercato Unico, Thierry Breton. Scopo: aumentare la produzione di armamenti adoperando i fondi dell’UE, nonché permettere ai governi di stare al gioco.
“I Paesi membri che lo desiderano potranno utilizzare parte dei fondi del Pnrr per le munizioni”. Ha precisato Breton spiegando che il cosiddetto “Recovery Fund” è stato creato per la transizione verde e digitale e per la resilienza, che, secondo il Commissario, riguarda anche la Difesa, ergo gli aiuti all’industria militare.
In poche parole, se il nemico è la Russia di Vladimir Putin e i padroni del discorso lo richiedono, l’Europa della pace si può rapidamente trasformare in un’industria militare.
“Dobbiamo rafforzare le catene di approvvigionamento, compresi polveri ed esplosivi”, ha infatti aggiunto Breton, ribadendo l’ordine impartito dalla NATO di arrivare al 2% del Pil per la difesa in ogni Paese dell’Alleanza, “ requisito essenziale recita Breton, per adattarci alla nuova configurazione geopolitica”.
Se fosse un film si intitolerebbe “finché c’è guerra c’è speranza”. La realtà, invece, è alquanto drammatica.