Un virus è meglio dell’atomica
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“Gli Stati Uniti stanno sviluppando programmi militari e civili di ricerca bio batteriologica in molti Paesi e potrebbero scatenare un autentico disastro e decimare la popolazione”. Yuri Averyanov, vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, spiega all’agenzia di stampa Ria Novosti che “microrganismi letali potrebbero venire rilasciati nell’ambiente, anche per errore, e se venissero usati contro il nostro Paese in conseguenza si genererebbe una riduzione massiva della popolazione non solo in Russia ma anche nei Paesi limitrofi”. Averyanov ha sottolineato che Washington starebbe aprendo sempre più laboratori biologici nei paesi alleati, anche intorno alla Russia e alla Cina. Questi programmi di ricerca che, secondo il vice segretario, gli Usa imporrebbero ai Paesi membri della NATO, consentirebbero, di fatto, l’uso di agenti patogeni come strumento militare di guerra.
Sono 183 gli Stati che nel 1972 hanno firmato e ratificato il Trattato di proibizione delle armi bio batteriologiche che lo stesso documento definisce “ripugnanti e contro la coscienza umana”. Tuttavia è notizia ufficiale che negli ultimi decenni circa 13mila ricercatori impegnati in quelle ricerche sono morti negli Stati Uniti che, all’indomani dell’11 settembre, hanno investito 100 miliardi di dollari per la ricerca bio battoriologica. Secondo il professor Boyle, padre di una legge per regolamentare queste ricerche negli Stati Uniti, il confine legale ed etico è stato superato ormai da molto tempo. Se da una parte la Federazione degli Scienziati statunitensi ha timidamente sostenuto che la ricerca a stelle e strisce avrebbe superato ogni limite, il Consiglio del Patto atlantico ha dichiarato senza mezzi termini che Mosca starebbe violando il Trattato di proibizione del 1972. Dal fronte dei veleni questo è quanto
☀️ A cura di Margherita Furlan
☀️ Con la collaborazione di Fabio Frabetti, Jeff Hoffman, Gianmarco Maotini, Fabio Belli, Gionata Chatillard
☀️ Editing di Mattia Di Nunzio
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