Venezuela: concessioni, sanzioni e venti di guerra
di Jeff Hoffman
Le autorizzazioni concesse da Washington al Venezuela hanno permesso a Caracas di aumentare la produzione di petrolio fino a 850 mila barili di greggio al giorno. All’interno dell’accordo formale mediato dalla Norvegia fra Stati Uniti e Venezuela, Caracas permetterà alle missioni dell’ONU e dell’Ue di osservare il voto del 2024 garantendo ai media di monitorare le campagne elettorali dei candidati presidenti.
Così, andando oltre il triste capitolo dei falliti colpi di stato intentati dall’amministrazione Trump contro il governo Maduro, il ricatto delle autorizzazioni petrolifere conferma il potere di Washington di continuare a concedere patenti di democrazia.
“Il settore energetico venezuelano alla fine dovrebbe essere privatizzato con la partecipazione del governo come azionista”, ha prontamente spiegato Ali Moshiri, ex dirigente di Chevron e attuale amministratore delegato di Amos Global Energy, con sede a Houston, aggiungendo poi che il Venezuela ha bisogno di incoraggiare la partecipazione privata per attrarre capitali e raggiungere la produzione di 2 milioni e mezzo di barili al giorno.
Tuttavia, l’allentamento delle sanzioni a Caracas ha in qualche modo destabilizzato i mercati portando i cinesi a ridurre le importazioni dal paese sud americano. “Il mercato è allo sbando”, ha detto un manager di una raffineria indipendente cinese.
PetroChina sta cercando di acquistare fino a 8 milioni di barili al mese di greggio venezuelano dall’azienda di stato, ma deve ancora siglare un accordo, hanno fatto sapere gli esperti aziendali.
Ciò che emerge, quindi, è che la guerra ingaggiata da Washington contro Cina e Russia passa dal Venezuela e, guarda caso, dai giacimenti di petrolio scoperti nelle acque della Guyana rivendicate da Caracas. Il prossimo 3 dicembre, infatti, nel paese sud americano avrà luogo il referendum indetto dal presidente Nicolas Maduro per decidere sull’annessione della regione di Essequibo della Guyana. Viene fuori, fra le altre cose, che in settembre la Guyana ha autorizzato otto compagnie petrolifere straniere a trivellare nelle acque rivendicate dal Venezuela.
Venti di guerra in America Latina?