di Fabio Belli
Clima di tensione in Venezuela.
Dopo la pubblicazione dei risultati elettorali, i sostenitori dell’opposizione sono scesi in piazza sostenendo di aver ottenuto in realtà il doppio dei voti di Maduro, secondo cui, invece, il piano già preparato, organizzato, tra gli altri, dal governo degli Stati Uniti e “dal traffico di droga colombiano” era quello di bloccare il conteggio dei voti. Numerosi i focolai di violenza promossi dal settore più estremista dell’opposizione. Uno scenario già visto.
Il presidente venezuelano si è scagliato anche contro Elon Musk che su X ha accusato il leader chavista di grave frode elettorale. “I social media creano una realtà virtuale, e chi controlla la realtà virtuale? Il nostro nuovo arcinemico, il famoso Elon Musk”, ha replicato Maduro contestando al miliardario statunitense di voler invadere il Venezuela con i suoi razzi e un esercito.
Il risultato delle elezioni venezuelane è stato contestato, sposando la tesi dell’opposizione filostatunitense, anche da nove paesi latinoamericani: Uruguay, Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panamá, Paraguay, Perú e Repubblica Dominicana all’interno dell’Organizzazione degli Stati Americani. Anche l’Unione europea avrebbe tentato di emettere un documento a nome di tutti gli Stati membri. La pubblicazione è stata però bloccata dal veto ungherese.