di Fabio Belli
“Gli Stati Uniti stanno cercando di provocare un’invasione cinese a Taiwan”. È quanto avrebbe riferito alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, il presidente cinese, Xi Jinping, in occasione dell’incontro avvenuto a Pechino ad aprile 2023. A riportare la notizia è il Financial Times secondo cui l’esternazione di Xi sarebbe la prima in cui Pechino avanza un reclamo contro uno Stato.
Nella stessa occasione il presidente cinese avrebbe tuttavia sottolineato di non essere caduto nella trappola. Tuttavia, lo stato di calma nello stretto di Taiwan è solo apparente viste le recenti esercitazioni cinesi e, soprattutto, viste le manovre delle forze armate statunitensi senza considerare che Washington, secondo dati del ministero degli Esteri cinese, avrebbe fornito a Taipei negli ultimi anni attrezzature militari per un valore di 70 miliardi di dollari.
Nel frattempo, sempre la Cina, ha criticato il recente vertice del G7 italico. Un gruppo che non rappresenta più la comunità internazionale, ma sempre più uno strumento che garantisce l’egemonia globale degli Stati Uniti e dei paesi occidentali. Tesi sostenuta dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, secondo il quale il blocco rappresenta solo il 10% della popolazione mondiale e la quota dei suoi paesi nell’economia globale è in continua diminuzione. Il portavoce, nel commentare la dichiarazione finale del G7 in Puglia, ha etichettato il documento che, oltre a manipolare le questioni cinesi, è pieno di bugie e arroganza e non ha alcuna base fattuale.
Nel frattempo, un rapporto del Sipri ha rivelato che la Repubblica Popolare Cinese sta incrementando e modernizzando il proprio arsenale nucleare, che negli ultimi mesi è aumentato da 410 testate a 500. Si tratta di una conferma della volontà di Pechino d’intensificare il riarmo atomico per colmare il gap verso le due superpotenze nucleari: Russia e Stati Uniti. Un simile discorso vale anche per i missili balistici intercontinentali. Le conseguenze sono dunque rilevanti per gli Stati Uniti. Secondo il funzionario del consiglio di Sicurezza nazionale Usa Pranay Vaddi, Washington, in una via senza fine, si vedrà costretta ad aumentare il proprio arsenale per ripristinare un efficace deterrenza verso i suoi due maggiori rivali.