Francia, la protesta si allarga il governo procede
di Margherita Furlan e Jeff Hoffman
“Lunedì è stato dimostrato che non esiste una maggioranza alternativa, ha dichiarato provocatoriamente il presidente Emmanuel Macron rivolgendosi ai giornalisti.
“La folla, qualunque essa sia, non ha legittimità di fronte al popolo che si esprime sovrano attraverso i suoi funzionari eletti. Questo testo proseguirà il suo cammino democratico ed entrerà in vigore entro la fine dell’anno”, ha precisato Macron.
Sindacati e società civile non ci stanno e danno appuntamento a domani, giovedì 23 marzo, per un’altra manifestazione di sfiducia popolare verso il governo e il presidente. Difatti, saranno 12mila gli agenti delle forze dell’ordine schierate nel paese; quasi la metà a Parigi, dove le autorità per l’aviazione civile hanno chiesto di annullare almeno il 30% dei voli in arrivo all’aeroporto della capitale.
“Quando si usa la violenza estrema per attaccare i funzionari eletti della Repubblica, è inaccettabile”, ha puntualizzato il poco gradito presidente francese che ha pure definito “pro bolsonari” i manifestanti francesi.
In una magistrale dimostrazione degna di Hollywood il presidente Macron si è detto dispiaciuto di aver dovuto effettuare la contrastata riforma delle pensioni.
“Adesso è tutto in mano al Consiglio Costituzionale da cui dipende la sua entrata in vigore”, ha dichiarato Macron.
Dalla piazza di Tolosa, Jean-Luc Mélenchon fa notare che i fondi pensionistici si riempiono di miliardi di euro ogni anno. L’arroganza e il disprezzo mostrati dal presidente della Repubblica sono inaccettabili, ha detto in sintesi il leader del movimento La France Insoumise. Dall’altra parte Marine Le Pen gioca la carta della politica responsabile mentre, dietro le quinte ma non troppo, scommette sul caos.
Nel frattempo, mentre il presidente Macron si autocelebra con i media difendendo la riforma, all’ormai imponente protesta si sono aggiunti i pescatori bretoni e normanni, che hanno chiesto una riduzione dei prezzi del gasolio e la fine delle pressioni fiscali.
Ma l’esecutivo di Élisabeth Borne procede senza sosta. L’Assemblea nazionale della Francia ha infatti votato senza intoppi un disegno di legge sul rilancio del nucleare civile, che dovrebbe concretizzare quanto annunciato dal presidente Emmanuel Macron circa un anno fa: 6 nuovi reattori, semplificazione delle procedure burocratiche per accelerarne la costruzione e rimozione del limite al 50% per la componente nucleare nel mix elettrico.