di Elisa Angelone
Per la prima volta dall’inizio del conflitto in Ucraina, il governo israeliano si sbilancia sull’export di armi verso Kiev. Ora, secondo il portale Axios, che cita ufficiali israeliani e ucraini, da Tel Aviv sarebbe arrivato il via libera alla vendita a Kiev di sistemi anti-droni. Sistemi che gli ucraini chiedono da tempo per contrastare i droni d’attacco iraniani, il cui utilizzo da parte russa è tuttavia negato sia da Mosca che da Teheran. In una richiesta ufficiale inviata da Kiev ai funzionari israeliani già lo scorso ottobre si sottolineava come fornire all’Ucraina sistemi di difesa come gli Iron Dome sarebbe negli interessi di Israele, in quanto l’Iran, forte dell’esperienza acquisita con l’uso delle proprie armi in Ucraina, starebbe rafforzando il proprio potenziale offensivo anche in Medio Oriente.
Stando a quanto riferito dai funzionari israeliani, testare i propri sistemi contro i droni iraniani sarebbe una delle motivazioni per cui Tel Aviv avrebbe approvato le licenze di esportazione verso l’Ucraina, pur specificando che ciò non comporta un cambiamento nella propria linea politica, essendo tali sistemi di natura esclusivamente difensiva.
Ad oggi il governo israeliano si è infatti sempre astenuto dall’invio di armi a Kiev, limitandosi ad aiuti umanitari e sistemi salvavita per le squadre mediche per timore di inimicarsi Mosca e danneggiare così i propri interessi in Siria.
Forse è alla luce delle nuove sinergie in Medio Oriente che vedono riavvicinarsi Riyad e Teheran con la mediazione cinese e l’esclusione di Washington e Tel Aviv che Israele ha deciso di abbandonare, in parte, la propria linea di prudenza.