di Fabio Belli
Nel fine settimana dell’11 e del 12 maggio la Russia ha conquistato nove villaggi nella regione di Kharkov.
A riferirlo è il ministero della Difesa russo, secondo cui le truppe “sono avanzate profondamente nelle difese nemiche”. Il governatore della regione, Oleh Synehubov, ha confermato che le forze russe stanno “intensificando i bombardamenti su Vovchansk”, aggiungendo che negli ultimi giorni sono stati evacuati dalla zona circa 6.000 residenti.
L’operazione, iniziata venerdì scorso, potrebbe costituire un vero e proprio punto di svolta nel conflitto russo ucraino. Non a caso, l’edizione odierna del New York Times riporta che l’offensiva a Kharkov potrebbe costringere la leadership ucraina ad accettare una tregua con la Russia. Persino il presidente Volodymyr Zelenskyj è stato costretto a descrivere la situazione come “estremamente difficile”, riportando la transizione da zone precedentemente in mano all’esercito ucraino a zone grigie, ovvero con controllo da entrambe le parti. Inoltre, oggi pomeriggio, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, Kiev ha ammesso che le forze armate russe hanno ottenuto un “successo parziale” nell’area del villaggio di Lukyantsy, nel nord della regione di Kharkov.
Ieri, dall’altra parte del confine, nella città russa di Belgorod è avvenuto un attacco con missili balistici Tochka-U. Secondo quanto affermato dal ministero della Difesa russo, i frammenti di uno dei missili abbattuti hanno colpito un edificio residenziale causando il crollo di un’intera sezione di un edificio di dieci piani dove hanno perso la vita 19 persone.