di Fabio Belli
La Cina ha sospeso le discussioni con gli Stati Uniti sul controllo degli armamenti e sulla non proliferazione nucleare.
È quanto ha affermato il Ministero degli Esteri cinese motivando la decisione in risposta alle continue vendite di armi da parte di Washington a Taiwan.
L’ultimo round di colloqui fra le due potenze era avvenuto a novembre. Sebbene i confronti dal 2018 non abbiano prodotto risultati concreti, erano considerati un passo cruciale per disinnescare le tensioni tra Pechino e Washington.
Intervenuto in una conferenza stampa, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha affermato che la Cina non avrebbe discusso un nuovo ciclo di consultazioni con la controparte statunitense.
“Nonostante la ferma opposizione della Cina e le ripetute proteste, gli Stati Uniti hanno continuato a vendere armi a Taiwan e hanno fatto cose che hanno gravemente minato gli interessi fondamentali della Cina e la fiducia reciproca tra Cina e Stati Uniti, pertanto”, ha aggiunto il portavoce, “è stato seriamente compromesso il clima politico per proseguire le consultazioni sul controllo degli armamenti”.
Il riferimento dunque è alla recente decisione di Washington che ha approvato due vendite di attrezzature militari a Taiwan per un valore totale di oltre 300 milioni di dollari. Tuttavia, la cifra autorizzata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, secondo i dati della Defense Security Cooperation Agency, supererebbe il miliardo di dollari.