di Jeff Hoffman
I problemi al sistema informatico della Microsoft sono iniziati dopo la mezzanotte italiana e hanno causato il guasto a milioni di computer e la sospensione dei voli delle maggiori compagnie statunitensi come la United Airlines, Delta Airlines e American Airlines.
Dopo gli Stati Uniti sono state bloccate le operazioni aeroportuali di Zurigo e Berlino e, a seguire, sia la Turkish airlines che la Ryan air hanno denunciato problemi con il check in e la prenotazione dei voli.
Numerosi gli aeroporti indiani completamente fermi. Grossi guai si sono verificati anche negli aeroporti italiani dove Pisa e Firenze sono stati costretti a sospendere tutti i voli mentre forti ritardi e cancellazioni si sono registrate a, Napoli, Salerno, Bari e Brindisi.
In panne sono andati anche i circuiti bancari e ospedalieri, mentre in caduta libera si sono risvegliati i titoli di borsa delle compagnie aeree, dove a guidare il capitombolo borsistico si è attestata la Ryan air, scesa di oltre il 3% alla Borsa di Dublino, seguita da EasyJet , Lufthansa e Air France.
Non si tratta di un incidente di sicurezza o di un attacco informatico, hanno fatto sapere gli esperti dell’Agenzia francese per la sicurezza dei sistemi informatici.
Impossibile, tuttavia, prenotare la propria presenza alle olimpiadi di Parigi.
Problemi analoghi si sono verificati anche in Giappone e in Israele, dove sia gli ospedali sia le banche sono rimaste per ore prive di sistema informatico funzionante.
Se a causa del collasso informatico Sky News non ha potuto andare in onda nel Regno Unito, dove anche il traffico ferroviario è andato in tilt, l’immagine degli aeroporti di quasi tutto il mondo è ben raffigurata dai monitors blue privi degli usuali orari di arrivo e partenza, tecnicamente definiti “Blue Screen of Death”, lo schermo blue della morte, in italiano.
Ad essere individuata come causa dei disagi è la società di sicurezza informatica chiamata Crowdstrike, che aggiornando il programma antivirus avrebbe mandato in crash i sistemi della Microsoft.
E’ un dato di fatto che, dopo essere stata tagliata fuori nel 2023 dai servizi cloud della Microsoft, la Russia ha implementato l’uso di software open source della Linux e, per correre in aiuto dei suoi alleati ha ora messo a disposizione il sistema di backup russo noto come Astra.
Va detto che oltre a evadere le tasse, mettere in commercio i dati personali degli utenti e procurare blackouts, i giganti informatici come Microsoft e Google hanno un fabbisogno energetico pari a quello di una nazione come l’Azerbaijan e, come se non bastasse, necessitano milioni di litri di acqua dolce per raffreddare i componenti elettronici dei data center.
Guasto casuale o 11 settembre dell’informatica?