di Jeff Hoffman
La Casa Bianca ha annunciato la volontà di schierare forze da combattimento e armi letali in 15 basi militari in Finlandia, senza meglio specificare se si tratterà di missili balistici dotati di armamento nucleare.
L’accordo recentemente firmato da Finlandia e Stati Uniti consegna a Washington il comodato d’uso di ben 15 basi militari e, come accaduto in Svezia, ha innescato forti critiche che il governo finlandese ha liquidato assicurando che nessun arma atomica potrà essere schierata nel paese.
La brutta sorpresa per la Finlandia e per tutti i cosiddetti alleati è che il principio di “indivisibilità della sicurezza”, che sta alla base di questi accordi, priva gli stati della loro sovranità in termini di difesa.
A tagliare la testa al toro ci ha pensato ci ha pensato il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, chiarendo senza mezzi termini che, nell’eventualità dell’ingresso di Kiev nella Nato, l’Ucraina scomparirà, aggiungendo l’eventualità che a scomparire potrebbe essere la stessa NATO.
Nel frattempo, mentre il Segretario di Stato Antony Blinken si vantava di aver ricostruito una cortina di ferro che non permette alla Russia di interagire con l’Europa, Mosca rispondeva inviando i suoi sommergibili nucleari in Libia e a Cuba.
Salta agli occhi che, per la prima volta, nell’accordo fra Washington e Helsinki viene menzionata la Repubblica Popolare Cinese, accusata di sostenere lo sforzo bellico russo attraverso la fornitura di tecnologie critiche e componentistica.
Il parlamento finlandese ha intanto approvato una legge che consente alla polizia di respingere i migranti al confine orientale del paese, rafforzando così la cortina di ferro menzionata da Blinken.
Così, mentre il popolo finlandese manifesta in sostegno dei palestinesi, il governo di Helsinki consegna il paese ai piani di guerra contro Mosca.