di Gionata Chatillard
Dopo l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul alla fine del 2018, per i fondi di investimento occidentali collaborare con Riyad era diventato quasi un tabù. Molti big della Finanza decisero infatti di non fare più affari con l’Arabia, o semplicemente smisero di dirlo pubblicamente. La crisi economica degli ultimi mesi ha però completamente cambiato le carte in tavola. I fondi di investimento delle grandi istituzioni occidentali si sono velocemente prosciugati, lasciando le start-up della Silicon Valley con la metà dei soldi di cui disponevano fino a solo un anno fa. Di conseguenza, un numero crescente di investitori ha iniziato a guardare con interesse alle nazioni del Golfo, e in particolare all’Arabia Saudita, paese dove ciò che di certo non manca è la liquidità.
Negli ultimi mesi si è quindi assistito a una serie di collaborazioni e di viaggi d’affari che fino a un anno fa sarebbero stati considerati assolutamente anomali. Un recente articolo del Financial Times raccoglie infatti numerose testimonianze di fondi di investimento della Silicon Valley che dipingono la nuova situazione come una sorta di storia d’amore tra le start-up statunitensi e i paesi del Golfo.
Per far sì che questo flirt diventi un vero e proprio matrimonio, la monarchia saudita sta facendo di tutto per farsi bella agli occhi delle aziende tecnologiche occidentali. L’obiettivo di Riyad è quello di diversificare la propria economia, facendo sì che non dipenda solo ed esclusivamente dal petrolio. Proprio per questo, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha intenzione di trasformare il proprio regno in un nuovo epicentro di sviluppo tecnologico a livello globale. Motivo per cui nella periferia di Riyad è già stata inaugurata una zona economica speciale di più di tre chilometri quadrati che, oltre ad essere esentasse, è anche ricca di incentivi in grado di attrarre investimenti di questo tipo. Praticamente un habitat naturale perfetto per le start-up della Silicon Valley, che stanno infatti già facendo le valigie per superare la crisi economica occidentale grazie alla sponda saudita.