di Fabio Belli
“Taiwan non è parte della Cina e certamente non è in vendita!”
È quanto ha twittato il ministro degli Esteri dell’isola, Joseph Wu, replicando alle affermazioni di Elon Musk. Il capo di Tesla aveva detto la sua sulla questione taiwanese avallando le intenzioni di Pechino sulla politica di “una sola Cina” ed auspicandone un possibile status come quello delle isole Hawaii.
Ma la reazione di Taipei non si è fatta attendere e il capo della diplomazia dell’isola ha inoltre fatto notare che in Cina il social media, di proprietà del miliardario statunitense, è vietato. “Forse”, ha dichiarato il ministro riferendosi sempre a Musk, “pensa che la messa al bando sia una buona politica, come spegnere Starlink per minare la controffensiva dell’Ucraina contro la Russia”, ha aggiunto provocatoriamente Wu.
Laddove langue la diplomazia sono i potenti del mondo a proporre soluzioni politiche.
Nel frattempo continua la guerra di nervi che vede Pechino da una parte e Taiwan e Stati Uniti dall’altra. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha annunciato oggi sanzioni contro due società statunitensi, la Northrop Grumman e la Lockheed Martin, ree, secondo Pechino, di essere le appaltatrici principali della vendita di armi a Taiwan.