di Margherita Furlan e Fabio Belli
“Kiev usa munizioni a grappolo nella maniera più ampia possibile”. È quanto ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, rispondendo ai giornalisti durante l’incontro odierno a Sochi con il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko. Secondo il capo del Cremlino, la questione rispecchierebbe perfettamente ciò che sta accadendo nel mondo nel suo insieme.
“C’è un paese che pensa di essere eccezionale: gli Stati Uniti”, ha detto Putin secondo cui Washington si prenderebbe la libertà di compiere azioni anche quando è considerato un crimine. “Gli Stati Uniti usano munizioni a grappolo, con le mani degli ucraini”, ha precisato il presidente russo rimarcando però come non tutti gli alleati degli Stati Uniti siano soddisfatti di quanto accade. “Alcuni di questi Paesi non amano essere trattati come comparse dietro le quinte”, ha concluso Putin.
A Mosca è intervenuto oggi all’Accademia diplomatica russa il ministro degli Esteri Sergey Lavrov contestando ancora una volta la proposta di pace di Kiev che prevede la restituzione all’Ucraina di Crimea, Donbass, Kherson e Zaporozhye.
Nel frattempo prosegue in terra russa la visita del capo di Stato nordcoreano, Kim Jong-un, che oggi, accompagnato dal ministro dell’Industria e del Commercio, Denis Manturov, ha visitato gli stabilimenti di aerei a Komsomolsk-sull’Amur dove vengono costruiti i Su-35 e Su-57. Kim ha assistito anche a un volo dimostrativo del caccia multiruolo Su-35.
Ma è l’Africa a essere al centro delle trame di Mosca: lo dimostra l’apparizione del generale Surovikin in Algeria con una delegazione del ministero della Difesa russo. Secondo quanto afferma Kommersant, “la leadership politico-militare algerina attribuisce grande importanza alla direzione orientale nell’attuazione della politica estera”. Il tutto accade mentre Washington chiede e ottiene il boicottaggio dei diamanti russi ad Anversa, da cui passano più dell’80% dei diamanti grezzi del mondo. Shanghai, New Delhi o Mumbay saranno così ben liete di far nascere un proprio mercato dei diamanti, relegando ancora una volta l’Europa ai margini del pianeta. Non a caso, un giornalista di Hong Kong, presente alla conferenza stampa del presidente venezuelano Nicolás Maduro a Pechino, ha tentato di fare una domanda in inglese. Ma il leader venezuelano l’ha prontamente bloccato: “Per favore, parla in cinese; non c’è un interprete inglese. Siamo in un mondo nuovo.”