di Gionata Chatillard
Mentre l’Occidente decide se i missili a lungo raggio che sta per consegnare a Volodymyr Zelensky debbano essere di fabbricazione franco-britannica piuttosto che statunitense, da Mosca arrivano segnali sempre più chiari di come una mossa del genere non farebbe altro che portare il conflitto ucraino a un nuovo e più inquietante livello. Dopo gli avvertimenti lanciati negli ultimi giorni dal ministero degli Esteri, ieri è stato direttamente Vladimir Putin a chiarire una volta per tutte la questione, ribadendo che l’uso di armi di grande gittata segnerebbe definitivamente l’entrata in guerra della NATO.
“Se i Paesi occidentali permettessero a Kiev di colpire in profondità la Russia, a quel punto il loro coinvolgimento nel conflitto sarebbe diretto. E se così fosse, la natura della guerra in corso cambierebbe, e noi prenderemo la decisione adeguata in base alle minacce che ci verranno poste”, ha dichiarato alla stampa il leader del Cremlino, aggiungendo che in realtà, a manovrare i missili a lungo raggio non sarebbero gli ucraini, ma gli stessi Eserciti occidentali, dal momento che le forze armate di Kiev non sarebbero in grado di gestirli in autonomia.
Secondo Putin, gli Stati Uniti e i loro alleati starebbero giocando a fare confusione fra 2 concetti ben diversi. “La questione”, ha affermato il capo di Stato russo, “non è se permettere o meno al regime ucraino di attaccare il nostro territorio. Kiev ci sta infatti già colpendo con droni e altri mezzi militari. Ciò che invece è in ballo”, ha spiegato Putin, “è decidere se i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei debbano o meno essere coinvolti direttamente nel conflitto militare”. In caso affermativo, la Casa Bianca -oltre a entrare tecnicamente in guerra contro la Russia- si rimangerebbe le parole pronunciate poco più di un anno fa da Joe Biden, che aveva categoricamente escluso l’invio di sistemi missilistici a lungo raggio a Kiev.