di Fabio Belli
Oggi, 4 settembre, si sono svolti a Sochi i colloqui tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan. Nell’incontro, suddiviso in due parti, durato in totale tre ore, i due leader hanno discusso della situazione in Ucraina oltre che dell’accordo sul grano.
Il presidente della Turchia, da parte sua, ha osservato che la discussione sul futuro del Mar Nero diventerà significativa per i paesi africani e per il mondo nel suo insieme.
Putin ha espresso la speranza che nel prossimo futuro Russia e Turchia concludano i negoziati sulla creazione di un hub del gas al fine di rendere più stabile la situazione nel settore energetico.
Sul tavolo anche la questione della Siria dove Mosca da sempre ritiene che il futuro del Paese debba essere deciso dal popolo siriano senza pressioni esterne.
Durante la conferenza stampa finale il presidente russo ha definito un successo l’incontro così come le relazioni tra Russia e Turchia, a certificare ciò sarebbe anche il fatturato tra i due paesi, aumentato dell’86% nel primo semestre 2023. Putin ha ribadito l’importanza dell’uso delle valute nazionali nelle transazioni, sottolineando come la quota di euro e dollaro sia in progressiva diminuzione.
Il presidente russo si è lamentato ancora con l’Occidente e Kiev rei, a suo dire, di minare l’accordo sul grano, “Mentre la Russia garantiva la sicurezza del corridoio, l’altra parte lo utilizzava per attacchi terroristici”, ha detto Putin che ha anche annunciato la fornitura di 1 milione di tonnellate di grano a un prezzo preferenziale per la lavorazione in Turchia e il successivo invio gratuito a sei stati africani nel giro di due o tre settimane.
Erdogan, nel suo intervento, si è fatto promotore di nuovi colloqui di pace con l’Ucraina. Colloqui che Mosca, a detta di Putin, non avrebbe mai rifiutato “Nessuno ne ha mai promossi di nuovi visto che Kiev si è rifiutato di partecipare a quelli precedenti”, ha affermato il presidente russo precisando che la cosiddetta controffensiva ucraina sarebbe un evidente fallimento. Putin ha ricordato l’indole terroristica di Kiev che avrebbe tentato di attaccare, tramite droni, anche i gasdotti attraverso i quali la Russia fornisce gas alla Turchia, ovvero il Turkish Stream e il Blue Stream.