di Fabio Belli
“La distruzione del ponte di Crimea è il passo successivo dopo la controffensiva ucraina”.
Queste le parole del magnate George Soros, pubblicate sul portale ungherese Project Syndicate. Portale finanziato dallo stesso Soros, importanti media occidentali e l’onnipresente Gates Foundation.
Secondo il miliardario 92enne il risultato del conflitto russo ucraino, che equipara come sventura al tanto di moda cambiamento climatico e all’avvento dell’AI, sarebbe migliore di quanto ci si potesse aspettare. “L’obiettivo dovrebbe essere ora la penisola di Crimea e Sebastopoli con la sua base militare. Se il ponte venisse distrutto”, afferma Soros, “la Crimea dipenderebbe dall’Ucraina anche per l’approvvigionamento idrico. La mancanza d’acqua nella penisola darà così al regime di Kiev una leva di pressione sul Cremlino.”
La fine della guerra in Ucraina, sempre secondo il vegliardo ungherese naturalizzato statunitense, sarà uno shock positivo per il mondo, in grado di fornire agli Stati Uniti la possibilità di abbassare le tensioni con la Cina.
Il tutto, come conclude l’articolo di Soros, in nome della democrazia.
Nel frattempo in Russia il Consiglio della Federazione, ovvero la camera alta del parlamento, ha approvato un disegno di legge per annullare il trattato di cooperazione russo-ucraino sull’utilizzo congiunto del Mar d’Azov e dello stretto di Kerč. Firmato nel dicembre 2003, per Mosca l’accordo ha ormai perso di rilevanza, visto che Kiev non ha più accesso a quelle coste dopo i referendum delle regioni di Kherson, Zaporižžja e Donetsk. Cosa che di fatto rende oggi il bacino un mare interno alla Russia.