di Elisa Angelone
Secondo la stampa sudafricana, che cita funzionari del governo, Pretoria starebbe valutando la possibilità di spostare il vertice dei BRICS di quest’estate in Cina o in Mozambico, paesi che non sono membri della CPI. Questo per defilarsi dal “dilemma geopolitico” di fronte al quale il Sudafrica si trova in quanto paese ospitante del summit. Il governo di Ramaphosa è infatti sotto pressione da parte dell’opposizione, che, sobillata anche dai media occidentali, vorrebbe vedere il presidente russo Vladimir Putin arrestato al suo arrivo in Sudafrica come richiesto dal tribunale dell’Aja. Arrivo che ad oggi è comunque ancora ipotetico, dal momento che un’altra fra le opzioni al vaglio del governo sudafricano prevederebbe di tenere il vertice virtualmente.
Eppure ieri, 7 giugno, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, durante un regolare briefing, ha dichiarato di non essere a conoscenza della questione, facendo peraltro notare che Pretoria avrebbe già emesso un avviso per concedere l’immunità diplomatica ai partecipanti al summit. “La Cina”, ha concluso poi il portavoce, “sostiene il Sudafrica in quanto Paese ospitante” e confida in un “vertice di successo”, che mandi “un messaggio positivo di solidarietà e cooperazione”.
Sempre ieri, il presidente sudafricano Ramaphosa ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo russo Vladimir Putin durante la quale i due avrebbero discusso dell’ulteriore sviluppo del partenariato strategico bilaterale e dell’iniziativa di pace africana per risolvere la crisi ucraina.
Oggi, 8 giugno, sono state rese note le date precise della missione di pace africana: il 16 giugno i capi di Stato di Egitto, Comore, Congo, Senegal, Sudafrica, Uganda e Zambia saranno a Kiev, per poi recarsi a San Pietroburgo il giorno seguente, 17 giugno.