di Fabio Belli
Regno Unito e Norvegia hanno firmato una partnership per la sicurezza nel dominio sottomarino, che include la prevenzione di attacchi alle infrastrutture, compresi gasdotti e cavi.
Con l’accordo, annunciato dai ministri della difesa di entrambi i paesi, Londra e Oslo si impegnano a scambiarsi informazioni, contrastare le minacce di sabotaggi e migliorare il rilevamento di sottomarini provenienti dalle cosiddette nazioni ostili.
Stando alle dichiarazioni dei ministri britannico e norvegese, il crescente utilizzo del fondale marino per scopi energetici e di comunicazione, aprirebbe nuove opportunità alle minacce di infrastrutture critiche. Il riferimento al Nord Stream non è affatto casuale, visto che il capo del dicastero britannico, Ben Wallace, ha ammesso che Regno Unito e Norvegia hanno aumentato congiuntamente le pattuglie di sicurezza proprio nella regione del Mare del Nord. Il suo collega norvegese, Arild Gram, ha poi esplicitamente citato il sabotaggio definendolo un “promemoria concreto di ciò che è in gioco “.
Nel dettaglio i due paesi, che già cooperano con aerei da pattugliamento marittimo P-8A e F-35, invieranno a luglio, da parte britannica, la nave RFA Proteus, nel Mare del Nord, con l’obiettivo di proteggere parchi eolici, cavi e gasdotti nelle acque norvegesi e britanniche dal nemico russo la cui responsabilità fa ormai parte di un’autoconvinzione pavloviana nell’immaginario collettivo occidentale.
Addossare la responsabilità a Est è una sorta di rassicurazione per la stessa Norvegia visto che secondo il premio Pulitzer, Seymour Hersh, gli esplosivi sotto gli oleodotti russi sarebbero stati piazzati da sommozzatori della Marina statunitense, assistiti da specialisti norvegesi, con il pretesto della fantomatica esercitazione Baltops. Oltre tutto, sempre secondo Hersh, gran parte della pianificazione e dell’addestramento per gli attacchi avrebbe avuto luogo in Norvegia dove la Marina del paese coopererebbe con quella a stelle e strisce già dai tempi della guerra in Vietnam.
Tuttavia anche il ruolo del Regno Unito nelle esplosioni del Nord Stream non sembrerebbe limpido visto che l’allora primo ministro Liz Truss, poco dopo gli attacchi, pare avesse inviato con il proprio iPhone un sms con scritto “È fatta”, al segretario di Stato statunitense, Antony Blinken.