di Elisa Angelone
Esattamente 20 anni fa, il 20 marzo del 2003, iniziava l’invasione dell’Irak di Saddam Hussein da parte degli Stati Uniti. L’inizio di un conflitto basato su false supposizioni e, quindi, evitabile, e che invece ha portato a centinaia di migliaia di vittime e a instabilità perenne in Irak e in Medio Oriente.
Anche se l’invasione dell’Irak è avvenuta sotto l’amministrazione Bush, secondo l’ex ispettore ONU Scott Ritter, fu l’attuale presidente Joe Biden il vero responsabile.
In un’intervista a Sputnik News, Ritter ripercorre i fatti che hanno portato all’intervento americano in Irak – intervento proposto ad un’opinione pubblica inizialmente scettica come una sorta di missione contro “il male”, impersonato da Saddam, intenzionalmente associato alla figura di Hitler in modi che vengono riproposti oggi nella guerra contro la Russia di Putin.
Il reale obiettivo degli USA non era tanto il disarmo di Bagdad, bensì quello di operare un cambio di regime in Irak. Ritter parla con cognizione di causa, essendo stato a capo degli ispettori ONU in Irak fino al 1998.
L’attuale inquilino della Casa Bianca cercò di impedire che Ritter testimoniasse davanti al Senato sulla reale situazione in Irak e non solo non prese posizione contro l’intervento militare, ma anzi lo istigò dapprima promuovendo la narrazione sulle armi di distruzione di massa, e poi con una risoluzione congiunta che diede a Bush ampi poteri per usare la forza militare in Irak. Biden, oggi presidente degli Stati Uniti e impegnato in una guerra per procura contro la nuova personificazione del “male” in salsa russa (e cinese), sembra non aver imparato le lezioni del passato. Solo lo stato di crisi che interessa oggi la “democrazia liberale” americana potrà, secondo Ritter, far aprire gli occhi ai cittadini americani.
A vent’anni dall’attacco all’Irak, a guidare le politiche guerrafondaie americane sono ancora doppi standard e la manifesta noncuranza nei confronti del diritto internazionale. La reputazione degli Stati Uniti è oggi più compromessa che mai e, come fa notare l’emittente tedesca DW, gli attuali riallineamenti geopolitici del cosiddetto Sud Globale, lontani dai vincoli americani, sono la dimostrazione che l’impero di Washington sta giungendo alla fine della corsa, e che probabilmente l’invasione dell’Irak non è stata perdonata dalla fetta più larga della popolazione mondiale.