di Fabio Belli
Ieri, 19 marzo, Iran e Iraq hanno siglato un importante accordo. La firma, da parte del segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniana, ammiraglio Ali Shamkhani, e il suo omologo iracheno Qassim al-Araji, è avvenuta a Baghdad ed era già stata programmata da circa quattro mesi.
L’obiettivo è quello di proteggere la frontiera tra i due Paesi dove hanno sede i gruppi di opposizione curdi che costituiscono una continua minaccia per Teheran. L’accordo prevede il coordinamento nella protezione dei confini comuni, nonché il consolidamento della cooperazione in diversi settori della sicurezza. L’Iraq si dovrebbe dunque impegnare a garantire il non utilizzo dei territori curdo-iracheni ai militanti, per evitare attacchi oltre confine.
Le accuse iraniane nei confronti delle milizie curde sarebbero anche quelle di cooperare a braccetto con Israele. Teheran ha lamentato più volte la presenza dell’agenzia di spionaggio israeliana, Mossad, nei territori curdi. Non a caso, l’anno scorso, l’intelligence della Repubblica Islamica aveva disposto l’arresto di una squadra di sabotaggio di militanti curdi, accusata di voler far esplodere un centro sensibile della difesa ad Isfahan su ordine di Tel Aviv.
L’accordo tra Iran e Iraq giunge in un momento in cui i legami sono più stretti che mai visto che il governo iracheno guidato da Mohammed al-Sudani è sostenuto da una coalizione parlamentare filo-iraniana.
Ovviamente l’Occidente non vede di buon occhio l’influenza in Iraq da parte del vicino iraniano, ma in Medio Oriente sembrano ormai pronti a fare a meno delle ataviche pressioni del vecchio mondo unipolare.