di Gionata Chatillard
Non ci sono notizie ufficiali, solo indiscrezioni. Eppure Donald Trump sta già aspettando che gli agenti vengano a prenderlo. “Ci sono voci che questo martedì verrò arrestato”, ha denunciato l’ex presidente degli Stati Uniti, invitando poi i suoi sostenitori a “riprendersi il paese”. Parole che l’establishment democratico ha subito condannato, accusando Trump di voler preparare la riedizione dell’assalto a Capitol Hill di 2 anni fa. La Casa Bianca, infatti, non ha perso l’occasione per agitare il fantasma della rivolta sociale, dicendo di essersi già coordinata con le autorità locali di tutto il paese per evitare che possano esserci episodi di violenza.
Trump è accusato dalla Procura di New York di aver pagato 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio riguardo la loro presunta relazione. Se si confermasse l’incriminazione, sarebbe la prima per un ex presidente degli Stati Uniti. Il magnate, da parte sua, ha accusato i magistrati di essere “corrotti”, definendo l’inchiesta come un’iniziativa “politicamente motivata” e “finanziata da George Soros”.
Trump ha poi detto che proseguirebbe la sua corsa alla Casa Bianca anche nel caso in cui dovesse essere arrestato. La vicenda, però, potrebbe innescare una lotta interna in seno ai repubblicani. A Ron DeSantis spetterebbe infatti lo scomodissimo compito di firmare un’eventuale autorizzazione a procedere contro l’ex presidente. Si dà il caso, però, che l’attuale governatore della Florida sia al contempo il principale rivale di Trump tra le fila repubblicane in vista delle elezioni del 2024. Elezioni che, secondo Elon Musk, l’ex inquilino della Casa Bianca vincerebbe a mani basse nel caso venisse arrestato per davvero.
Le parole del tycoon americano su quello che sarebbe il suo imminente arresto vengono inoltre diffuse poche ore dopo l’annuncio del mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Vladimir Putin. Un sottile filo rosso sembra in qualche modo legare i destini dei due politici, con il leader del Cremlino già accusato dall’establishment democratico di aver contribuito alla vittoria elettorale che portò Trump alla Casa Bianca. Motivo per cui vederli entrambi braccati dai giudici non dispiacerà affatto a Joe Biden. E neanche a Volodymyr Zelensky, dal momento che Trump, nelle ultime settimane, si era speso con toni sempre più decisi per chiedere la fine del conflitto in Ucraina.