di Jeff Hoffman
Il popolo palestinese è un’invenzione del secolo scorso, in realtà non esiste. Questo, in estrema sintesi, quanto dichiarato dal ministro israeliano delle finanze Bezalel Smotrich, intervenuto domenica sera a Parigi.
“Non esiste una nazione palestinese. Non c’è storia palestinese. Non esiste una lingua palestinese”, ha ribadito più volte Smotrich al selezionato pubblico parigino.
Intanto, dal fronte mediatico, mentre i raid israeliani in Cisgiordania proseguono indisturbati, i grandi giornali del mondo libero suggeriscono la narrativa di un governo di estrema destra su cui Washington starebbe perdendo il controllo.
Tuttavia, mentre il ministro delle finanze revisionava la storia a suo uso e consumo, dal vertice sulla sicurezza tenutosi domenica 19 marzo a Sharm el Sheik viene fuori che serve un’azione incessante contro la resistenza palestinese nella Cisgiordania occupata, che tradotto in lingua corrente significa semaforo verde ai raid israeliani e ampliamento delle colonie.
Ieri, lunedì 20 marzo, infatti, un gruppo di coloni ha fatto irruzione nell’area di Bab al-Khan, vicino alla moschea Ibrahimi nella città di Hebron, e hanno religiosamente sfondato le porte con spranghe e picconi e saccheggiato le botteghe palestinesi.
Il capo della finta diplomazia europea, Josep Borrell, commentando le dichiarazioni del ministro israeliano ha “caldamente” invitato il governo israeliano a sconfessare quei commenti e a “iniziare a lavorare insieme a tutte le parti per disinnescare le tensioni”.
E così, mentre Arabia Saudita e Iran tornano a parlarsi, Israele alza la posta e punta, insieme a Washington, alla guerra mondiale.