di Margherita Furlan ed Elisa Angelone
E’ proseguita oggi, 21 marzo, la visita ufficiale più discussa del momento, quella del presidente cinese Xi Jinping a Mosca.
Dopo i primi incontri informali di ieri, oggi il leader cinese ha dapprima incontrato il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, con il quale ha discusso del reciproco interesse al rafforzamento delle relazioni bilaterali e allo sviluppo di nuovi progetti congiunti in campo economico, tecnologico e infrastrutturale. Anche Mishustin ha definito le attuali relazioni russo-cinesi “al più alto livello in secoli di storia” e importanti nel definire l’agenda globale “secondo una logica multipolare”.
Memorabile in questo particolare momento storico la cerimonia di benvenuto svoltasi nella Sala San Giorgio del Cremlino, a cui hanno fatto seguito colloqui in formato ristretto tra Putin e Xi che avrebbero discusso non solo dei rapporti bilaterali, ma anche del coordinamento sulla scena mondiale. Ai colloqui a porte chiuse, definiti da Putin “franchi e significativi”, hanno preso parte anche il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, l’ambasciatore russo in Cina Igor Morgulov, il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu, il capo della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, e il capo di Roskosmos, Yuri Borisov.
I colloqui sono poi proseguiti in formato allargato per discutere degli “aspetti pratici della cooperazione russo-cinese”. In primis in campo economico e commerciale: Mosca si è detta favorevole all’uso delle valute nazionali negli scambi reciproci, che già avvengono per ⅔ in rubli e yuan. Una pratica, questa, che, secondo Putin, dovrebbe essere ulteriormente incoraggiata e ampliata, includendo anche l’uso dello yuan negli scambi tra Russia e paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Fondamentale è ritenuta anche la cooperazione nell’high-tech che toccherà livelli mai raggiunti sinora. 79 i progetti bilaterali significativi in vari settori, compreso quello agricolo, per oltre 165 miliardi di dollari. Mosca avrebbe persino offerto alle imprese cinesi di prendere il posto delle aziende occidentali che hanno lasciato la Russia – una mossa che sembra chiudere definitivamente le porte all’Europa.
Ovviamente anche in campo energetico i progressi sono notevoli, con la Russia che in questi primi due mesi del 2023 è diventata ufficialmente il primo fornitore di petrolio della Cina per un volume pari a oltre 15 milioni di tonnellate. Mosca si impegna a garantire forniture di energia stabili e a buon prezzo a Pechino anche grazie al gasdotto Power of Siberia 2. Un’altra porta chiusa, di fatto, all’Europa.
Per Xi Jinping “la fiducia politica tra Cina e Russia si sta approfondendo” e “gli interessi comuni moltiplicando”. Di nuovo, “coordinamento” sembra essere la parola chiave delle relazioni sino-russe nell’ottica di un nuovo assetto del mondo multipolare.
Mentre i media occidentali sembrano interessati unicamente alla possibilità di una telefonata tra Xi e Zelensky, i leader russo e cinese hanno firmato un documento sulla cooperazione economica e una dichiarazione congiunta di partenariato globale e cooperazione strategica nell’ottica della “nuova era”.
Il tema dell’Ucraina non è stato comunque ignorato. Durante la conferenza stampa congiunta di fine giornata, Putin ha dichiarato che il piano di pace cinese è “in sintonia con l’approccio russo” e può essere preso come base per un futuro accordo, quando sarà il momento opportuno. La pace, insomma, non è ancora un tema del presente.
Mosca e Pechino condividono anche la stessa visione del regime sanzionatorio imposto dall’Occidente – regime definito illegittimo e sleale. Non poteva quindi mancare un appello congiunto diretto alla NATO a rispettare la sovranità e gli interessi degli altri stati, con un accenno diretto alla questione di Taiwan.
Russia e Cina stanno cementificando davanti a tutto il mondo una partnership che, allo stato attuale, sembra avere tutti gli elementi per poter essere duratura e che coinvolge di fatto l’intera Eurasia, fermandosi tuttavia alle porte dell’Europa.
“I legami sino-russi sono andati ben oltre le relazioni bilaterali e sono di vitale importanza per il moderno ordine mondiale e il destino dell’umanità”, ha dichiarato Xi Jinping, che ha invitato Putin a Pechino per una visita che il Cremlino conferma come possibile entro l’anno, in occasione del terzo Forum Belt and Road per la cooperazione internazionale.
Russia e Cina credono che non possano esserci vincitori in una guerra nucleare e quindi un conflitto di questo tipo non deve essere mai scatenato. Lo si legge nella dichiarazione congiunta firmata al Cremlino dai presidenti Xi Jinping e Vladimir Putin, in cui Russia e Cina tra l’altro si dicono «preoccupate per i rischi derivanti dal piano Aukus per la costruzione di sottomarini nucleari» tra Usa, Gran Bretagna e Australia. Xi Jinping ribadisce che la Cina sostiene la pace e il dialogo, guidata dagli obiettivi e dai principi della Carta delle Nazioni Unite e con una posizione obiettiva sulla risoluzione del conflitto ucraino. “Siamo fermamente dalla parte giusta della storia”, ha sottolineato il presidente cinese parlando in conferenza stampa del conflitto in Ucraina. Pechino e Mosca concordano, nella dichiarazione congiunta, tra le molte cose, di effettuare regolarmente pattugliamenti in mare e nei cieli, nonché esercitazioni militari congiunte e si oppongono a tutte le sanzioni unilaterali imposte aggirando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, perché “non esiste una democrazia superiore”. I due Paesi invitano pertanto la NATO a rispettare le Nazioni e i loro interessi, chiedono la fine di tutte le misure che contribuiscono al prolungamento delle ostilità in Ucraina e si dicono preoccupate per le attività biologiche militari degli Stati Uniti, a cui chiedono chiarimenti.
La visita di Xi Jinping a Mosca rivela dunque la lungimiranza di due Paesi che ragionano con il concetto di tempo lungo e mette in luce come il mondo multipolare stia prendendo forma, fornendo un ombrello per tutti gli insoddisfatti di una società competitiva dai ritmi ansiogeni e disumani.