Linee guida no gender: non nominare la parola “madre” invano
di Jeff Hoffman
A certificare che al peggio non vi è mai fine ci sta pensando la pubblicazione della nuova guida per un linguaggio inclusivo, proposta dalla Ferrari delle organizzazioni no profit, Oxfam, nata nel Regno Unito e oggi con sedi sparse in quasi tutto il pianeta.
Fra le numerose parole che il personale dell’organizzazione deve evitare perchè considerate offensive dalla neolingua spicca il termine “madre” e “igiene femminile”, ma anche “quartier generale”, evidentemente troppo maschile e coloniale, “locale” e “persone”.
Nel presentare la guida l’organizzazione benefica senza fini di lucro ma con palesi connessioni con Davos si è tuttavia scusata per aver usato la lingua inglese, riconoscendo però la sua supremazia.
Le parole “Padre o Madre”, spiegano nello psicotico manuale, sono vietate “perchè è importante evitare di assumere l’adozione di ruoli di genere da parte di genitori transgender”.
Andando anche oltre, e qui viene il bello, si fa per dire, anche i termini “LGBT, LGBTQIX, omosessualità, gay e lesbiche” sono da evitare perché le persone che si considerano parte di “tutta la comunità LGBTQIA+” potrebbero essere offese se non viene usato il “più”.
Tornare umani, a questo punto, è un obbligo per tutti.