di Elisa Angelone
Per diversificare le fonti energetiche e produrre energia più pulita in linea con le direttive europee, la Polonia, che ad oggi importa ancora gas e carbone russi, punta sul nucleare.
A differenza dei suoi vicini nell’Europa centro-orientale, Varsavia non ha reattori nucleari operativi. Motivo per cui il governo polacco intende ora sviluppare il settore, avviando nuove partnership con Canada e Stati Uniti, scavalcando direttamente la Francia.
Lo scorso 23 marzo, a Washington, la joint venture creata dal gruppo Orlen insieme all’azienda polacca Synthos Green Energy ha siglato un accordo per lo sviluppo di mini reattori nucleari (o SMR) con la società canadese Ontario Power Generation e due società statunitensi, la Hitachi Nuclear Energy e la Tennessee Valley Authority.
L’accordo prevede lo sviluppo di mini reattori avanzati adatti agli standard polacchi ed europei e la loro successiva installazione sul territorio polacco. Varsavia prevede di installarne 79 entro la fine del decennio e, nel lungo termine, garantire ai cittadini polacchi energia pulita e a basso costo, come sottolineano i vertici di Orlen. Un progetto da oltre 400 milioni di dollari che vede direttamente coinvolta per la prima volta un’azienda polacca nello sviluppo della più avanzata tecnologia nucleare.
Non si tratta dell’unico progetto che ha in serbo Varsavia per abbandonare i combustibili fossili. L’anno scorso il governo polacco ha stipulato un accordo con il gruppo statunitense Westinghouse per la costruzione di una centrale nucleare che dovrebbe entrare in funzione nel 2033. L’installazione di un’ulteriore centrale sul territorio polacco è stata invece affidata, sempre l’anno scorso, ad un’azienda sudcoreana.